Mi occupo del malessere, trasversale a tutte le età e nelle sue molteplici declinazioni: nell’adulto e nel giovane adulto, nell’adolescente in via di definizione, nella coppia e nella coppia come genitore, nell’intero nucleo familiare, nell’età più matura e avanzata.
Quando lo stato indefinibile di inquietudine, di turbamento, di scontento si acutizza sino a pervadere tutti i nostri ambiti di vita o a comprometterne uno nello specifico, entriamo in un vortice che rischia di divenire una prigione. È il momento di chiedere aiuto.
Andiamo dallo psicoterapeuta spesso dopo svariati tentativi di risolvere la sofferenza psichica o fisica con mezzi ritenuti più accettabili e veloci, ritenuti più credibili.
Tuttavia, la sofferenza dell’anima e della psiche, e quella fisica, parlano una lingua che occorre saper decifrare, interpretare e condividere, affinché diventi una lingua significante e quindi trasformativa. “La parola cura” quando riesce a decifrare i messaggi criptati dall’Inconscio attraverso il Sintomo, il che richiede sospensione del rumore di fondo, un tempo lento e sospeso, aperto alla comprensione e all’accettazione di quanto sta avvenendo, uno spazio con-diviso e aperto all’elaborazione e al superamento: il rapporto terapeuta-paziente all’interno della stanza d’analisi.
Nella mia esperienza personale e professionale, l’analisi è portatrice di senso e quindi di cambiamento.
“Oggetto” di analisi è la persona portatrice di sofferenza, che prende le forme più varie e che si esprime in un sintomo o in una costellazione di sintomi:
– ansia (attacchi di panico, ansia generalizzata, stress, fobie);
– disturbi dell’umore (depressione, distimia, anedonia, disagio pervasivo);
– traumi conseguenti a lutti e separazioni;
– dipendenze (affettive, da sostanze, da gioco, shopping compulsivo)
– disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, fame compulsiva)
– problemi fisici (asma, mal di schiena, dolori di stomaco, mal di testa…)
– problemi esistenziali (senso di inquietudine generalizzato, di insoddisfazione,
un sentimento di non realizzazione…)
– problemi relazionali
– divorzio o separazione
– problemi di coppia
Nella pratica, la mia offerta professionale è adeguata per:
- Adolescenti
- Giovani adulti
- Adulti
- Coppie
- Famiglie
L’inizio: Tre/Quattro COLLOQUI
Il primo colloquio: serve per accogliere la richiesta di aiuto, per capire. La persona si racconta.
In genere preferisco non fissare subito un successivo colloquio. Serve pensare, riflettere, far decantare l’incontro col terapeuta. E’ importante essere consapevoli di ciò che comporta un percorso terapeutico e ben decisi ad affrontarlo, il che ha a che fare non solo con il tipo di intervento proposto, ma anche e soprattutto con la persona del terapeuta. Il paziente ci sceglie e noi scegliamo il paziente.
I Colloqui Successivi (3/4): servono per conoscersi e valutare insieme il tipo di percorso da seguire: consultazioni, sostegno psicologico, psicoterapia ad una o più sedute settimanali, specificando l’obiettivo/i che ci si propone di raggiungere e i tempi (scansioni temporali in genere di 6 mesi), durante i quali si fa un bilancio congiunto di come si sta procedendo.
Spesso il paziente chiede in quanto tempo potrà ritornare a stare bene. “Non lo so”, rispondo. Dipende da molte variabili: da quanto tempo sta male, dal tipo di disturbo, da come riusciamo a lavorare insieme. Infatti, la cura psicologica non è uguale per tutti i problemi, ma soprattutto non è uguale per tutte le persone. Ciò che si cura è sempre la persona con le sue individualissime caratteristiche e non la “malattia”.
TIPOLOGIA DI INTERVENTO
Psicoterapia ad indirizzo Psicoanalitico.
La Psicoterapiaè una specializzazione sanitaria riservata a Medici e Psicologi iscritti ai rispettivi Ordini professionali e si consegue mediante un percorso formativo presso scuole di specializzazione post-lauream (la specializzazione prevede 4 anni di scuola e relativa analisi personale). Essa è una pratica che si occupa della cura dei disturbi psicopatologici, di modesta o grave entità, ossia dallo spettro nevrotico a quello borderline o francamente psicotico. Esistono più tipi di psicoterapie, pertinenti a teorie della mente e modelli di intervento diversi (psicoterapia psicodinamica, cognitivo-comportamentale, adleriana, eriksoniana, sistemica). L’indirizzo psicodinamico fa riferimento allo stesso corpus teorico e tecnico della psicoanalisi – analisi delle difese, focus sull’emergere del materiale rimosso nell’inconscio durante la relazione terapeutica del “qui e ora”- attraverso strumenti quali il transfert e l’interpretazione. Tale materiale è prevalentemente costituito da pulsioni e conflitti, inaccettabili per l’individuo – e quindi fonti di sofferenza- per cui allontanati dalla coscienza. Sono questi contenuti inconsci a determinare il sintomo. Uno dei principali obiettivi della terapia è dunque rendere conscio l’inconscio.
“Compito della psicoanalisi è aiutare il paziente a fare quei sogni che non è stato capace di fare e che si sono trasformati in sintomi.”
T. Ogden